L'idea è molto semplice

Non hai tempo di cercare un meccanico, allora è il meccanico a venire da te, così mentre tu sei al lavoro o studi, qualcuno ti ripara la bicicletta e quando scendi in strada devi solo salirci sopra e ricominciare a pedalare. Telefono 377 2886018
Mail:edera007@gmail.com

venerdì 13 settembre 2013

LA MIA PRIMA BICICLETTA

Ho trovato una bicicletta da regalare ai bimbi del primo piano, una famiglia povera in cui la terza settimana si presenta già dopo i primi dieci giorni del mese.
E' qui da due giorni in attesa di incontrare i suoi nuovi proprietari che continuamente si contendono l'unica bicicletta della casa, non litigano veramente, sembrano innamorati, soprattutto lei, che quando il fratellino si allontana piange, grida disperata il nome del fratellino come la moglie del pescatore che parte col mare grosso e che teme di non rivedere mai più. Si aggrappa alla ringhiera, piange e tutto il resto è strazio.
Sono i figli che non ho avuto e che saranno miei per il breve attimo in cui gli consegnerò la bicicletta.
Ieri notte vedendola in corridoio, mi è tornato alla mente tutto quello che la bicicletta per me rappresentava da bambino. La bicicletta ha segnato la mia vita, ha determinato le scelte più importanti, non ho mai preso la patente per non tradirla, al mare ci andavo in bicicletta, nove ore di bicicletta a diciassette anni per andare in una Fakkin di spiaggia in liguria, e dodici ore a tornare, perchè il rientro è sempre più lento.
La mia era una famiglia povera, umiliata dalla sua stessa ignoranza e così i servizi socialii ci affidarono ad una famiglia benestante. Avevo la mia bicicletta in una villetta sul lago Maggiore e un giorno mia madre venne a riprendermi per portarci in un sottotetto senza luce e acqua a due passi dalla Mole Antonelliana a Torino.
Quelle bicicletta non me la sono portata via e ho passato la vita a rivolerne una, a rivolere quella bicicletta appoggiata sulle rive del lago, in compagnia di genitori adottivi che in pochi mesi mi avevano fatto incontrare per la prima volta la gentilezza ed è come se a distanza di anni sia riuscito a regalare una bella bicicletta a quel bimbo.

mercoledì 13 febbraio 2013

                                 Ciclo scrittore, ecco il book trailer del mio
                                             secondo libro
                      La ciclo officina itinerante è sempre attiva
                                                                  al num.3664335353



giovedì 27 settembre 2012

MANI SPORCHE


Un invito anche affettuoso che mi sento ripetere ormai da anni da quando ero bambino e soprattutto da adolescente. In quartiere gli amici mi chiamavano “ Mani  sporche” per via della mia passione per la meccanica della bicicletta che mi vedeva interi pomeriggi a smontare e rimontare biciclette e vecchi motorini, non mi lavavo le mani, averle eternamente sporche di grasso rappresentava il tratto più definito della mia personalità. Avevo le mani sporche perché sapevo riparare una bicicletta, le ammiravo, ammiravo le mezze lune rovesciate delle unghia nere, mi portavo le mani al naso per sentire l'odore del grasso impastato con la polvere, per sentire  il mio odore.
 “ Spettinato” era il secondo soprannome, nel quartiere ognuno aveva un soprannome che lo distingueva e definiva rispetto agli altri. Il figlio del carbonaio era conosciuto come “ lello carbone, ciccione, tirchione e ricottaro”
Io “ Manisporchè “ non mi accorgevo e curavo della mia capigliatura piuttosto che delle macchie di grasso piazzate ovunque come su un grembiule di fiori neri, io neppure sapevo di essere sporco, quello che sapevo coincideva con quello che desideravo, e desideravo solo imparare meglio degli altri a riparare le biciclette. Poi arrivarono i motorini a due tempi: i Morino a tre marce, i Benelli monomarcia, i Ciao e le Vespe a tre e quattro  marce e le prime biciclette da corsa.
In tutto questo continuavo  a non essere sfiorato dall'ipotesi di pettinarmi o lavarmi le mani.
Essere sporchi o meglio“ Non puliti” è esattamente come essere anoressici, bulimici, alcolisti, psichiatrici, timidi, sbruffoni, psicotici, tratti non incompatibili fra loro che possono senza particolari conflitti convivere fra loro nello stesso caschetto di capelli arruffati e sporchi.
Lo sporco se mai mi fosse interessato vederlo, credo di averlo visto veramente per la prima volta a quattordici anni, prima avevo grossi problemi di vista tanto che per vedere meglio gli oggetti dovevo portarli alla bocca e cosi facevo con quelli appesi al muro, ricordo che in quarta elementare appoggiavo la lingua sulla lavagna per sentirne la consistenza.
In seconda media la professoressa di lettere mi caricò in sella alla sua vespa 150 per portarmi da un ottico, goccine per dilatare la pupilla, visita oculistica e dopo un paio di giorni arrivarono gli occhiali ed una visione più nitida del mondo. Il mondo non l'avevo mai visto cosi limpidamente, in effetti si poteva dire che non lo avevo mai visto il mondo, sicuramente non  come lo avevano visto gli altri.
Mi guardai  le mani e mi cercai nello specchio, nulla di cui vergognarsi, pensai. Sporco, spettinato furono concetti che imparai solo dopo aver indossati i primi occhiali.

martedì 4 settembre 2012


E' con un certo orgoglio che vi comunico che a novembre uscirà il mio secondo libro. Ci vediamo in libreria,per il resto la ciclo officina continua a lavorare.





lunedì 23 luglio 2012

Esodato


Il programma della ciclo officina itinerante di oggi è stato particolarmente ricco. Nel pomeriggio nel cortile di Lisa che conosco sin da quando era bambina, eravamo negli scaut, lei lupetta di nove anni e io giovane animatore diciassettenne, due giorni prima di entrare negli scaut mi arrestarono e poi rilasciato a piede libero per furto aggravato, avevo rubato un'automobile, che poi in questura risultò essere stata rubata precedentemente da un altro ladro, insomma non l'avevo rubata per primo quell'auto.
Quando scende nel cortile si presenta con un altro amico scaut, fantastico, altro che organizzare le cene ogni dieci anni. Riparazione durata oltre ogni limite consentito che si è trasformata in piacevole pomeriggio fra amici.
Poi la sera da un signore che visto il blog della ciclo officina decide di chiamarmi, mi chiede del libro se ho altri progetti editoriali. Accade spesso che quando un cliente passa dal blog e poi ti trova in strada con la borsa degli attrezzi, che tu sia già conosciuto, a volte è anche imbarazzante perchè magari parto con il promo un po marchettaro dei mie libri o delle mie “mprese” e vengo subito zittito con un “ Si si ho letto “ Oppure “ Ho visto il suo blog ed ho pensato che avrei voluto far riparare la bicicletta da lei. Perchè cercarne un'altro, lei mi sembra che abbia anche un modo nuovo di fare il ciclista”
Le riparazioni con il cliente presente sono sempre impegnative perchè mentre ripari la bici devi anche spendere delle parole, i clienti fanno domande sulla meccanica, sulla tua vita e le ragioni che mi hanno portato a fare certe scelte piuttosto che altre.
Spesso passo io a fare domande, alcuni clienti sono davvero interessanti c'è qualcosa in questi che ti fa venir voglia di conoscerli meglio e così gli chiedo: “ lei che lavoro fa, è in pensione “
No, sono un' esodato, dovrei andare in pensione fra qualche anno e non so quanto prenderò “
Mi fermo e alzo lo sguardo, lui con gli occhi rassegnati inclina leggermente la testa.
E' stato come sentire una legnata nell'aria ascoltare un uomo di sessantadue anni ritrovarsi miseramente definito, anche da se stesso nella parola esodato. Quarant'anni di lavoro e una squalifica da esodato.




martedì 10 luglio 2012

Lo scrittore nel cortile

Oggi sono andato a fare una riparazione da una cliente. Quando mi ha chiamato dormivo ancora e solo quando ho acceso il telefono ho letto la sua richiesta di soccorso. " Finisco di lavorare alle 18, riesce a passare"' Ho prontamente risposto " Arrivo per certo prima delle 18"
Suono, attendo e ad aprire c'è una ragazza bionda vestita con semplice abitino di stoffa.Gambe levigate scoperte fin sopra il ginocchio.Mi accoglie con gentilezza , come se in qualche modo mi conoscesse, si occupa di un'azienda farmacologica, dovrebbe avrere poco più di trent'anni. Al mio paese le chiamano " Fighe da paura"
Lei invece non scodinzola come una figa da paura, ma solo come una che ha bucato la ruota della bicicletta. Scopro solo dopo che prima di chiamarmi per l'intervento si era letta il blogwww.sosbici.blogspot.com e capisco che ha scelto me per quella riparazione. Le dico che se crede posso richiamarla non appena terminato il llavoro e invece si siede su un gradino a guardarmi lavorare, a fare domande e sorridere alle mie risposte. La accompagno nelle varie fasi della riparazione mentre continuiamo a parlare. Ho avuto la netta e piacevole sensazione che fosse contenta di quella pausa lavorativa con uno scrittore che riapra biciclette nei cortili.

Ti spengo la luce?